il Santuario della Madonna del Frassine (località che prende il nome dall’albero del Frassino) sorge tra Suvereto e Monterotondo. Al suo interno è custodita una statua lignea della Madonna col bambino, scolpita in cedro del Libano. Questa sarebbe arrivata sulle rive toscane da terre molto lontane nel 515 d.C., trasportata in Val di Cornia dal Vescovo Regolo in fuga dalle persecuzioni contro i cristiani e accompagnato dai futuri santi Giusto, Felice, Cerbone, Clemente e Ottaviano. Una volta sbarcati a Populonia, i religiosi si divisero per continuare a predicare autonomamente la parola di Cristo in Toscana. San Regolo, risalì con la statua il corso del fiume Cornia per andare a vivere da eremita in un bosco situato vicino all’attuale località del Frassine. Ma, nel 545 gli Ostrogoti di Re Totila durante una razzia catturarono il santo e lo misero a morte. I frati della vicina Abbazia di San Pietro in Palazzuolo, presso Monteverdi riuscirono però a recuperare la madonnina. La custodirono fino al 1252 quando, a causa di un incendio, se ne persero le tracce. I Pannocchieschi, una potente famiglia toscana, incendiarono il convento, ma uno dei monaci riuscì a fuggire nei boschi portando con sè la preziosa statua finchè, vinto dalla stanchezza, la nascose tra i rami di un frassino.
Circa un secolo dopo, un mandriano di nome Folco, portando il bestiame a pascolare in Val di Cornia, osservò che uno dei suoi animali lasciava la mandria al mattino presto per poi tornare a sera. Un giorno decise di seguire il vitello fino ad un albero di frassino dove lo trovò piegato in ginocchio. Tra i rami dell’albero stava proprio la perduta statua della Madonna. Il ritrovamento suscitò così scalpore che in tutta la zona si gridò al miracolo. In seguito, i pellegrini accorsi a manifestare la propria devozione si adoperarono per costruire una cappella (l’attuale santuario) proprio intorno all’albero di Frassino (del quale ancora oggi si può vedere il fusto pietrificato, dentro ad una nicchia dietro all’altare).